
Il laboratorio si occupa da diversi anni dello studio dei meccanismi dell’invecchiamento cerebrale e della neurodegenerazione, in particolare quelli in cui è coinvolto il pigmento intraneuronale chiamato neuromelanina. Tale pigmento è presente all’interno di specifici organelli assieme a proteine, lipidi e metalli e si accumula durante l’invecchiamento principalmente nelle aree dopaminergiche e noradrenergiche che degenerano selettivamente nelle malattie di Parkinson e di Alzheimer. Lo scopo dell’attività di ricerca è quindi lo studio della struttura, della biosintesi e dell’interazione con i metalli del pigmento neuromelanina e del suo ruolo nei diversi processi dell’invecchiamento cerebrale e della neurodegenerazione.
TEMATICHE DI RICERCA
Recentemente tecniche di risonanza magnetica per immagini sensibili alla neuromelanina hanno documentato un contrasto tra la sostanza nera e locus coeruleus (aree con maggior contenuto di neuromelanina) e le aree circostanti. Con queste tecniche si possono ottenere informazioni semi-quantitative sulla fisiologia delle aree cerebrali più o meno coinvolte nella malattia con vari gradi di perdita neuronale (quindi diminuzione del contenuto di neuromelanina), al fine di effettuare una diagnosi precoce delle malattie di Parkinson e di Alzheimer. Il laboratorio sta studiando il ruolo della neuromelanina e del ferro nei processi di rilassamento e saturazione nell’imaging di risonanza magnetica e per far questo vengono utilizzati vari tipi di neuromelanine modello. Parallelamente, in collaborazione con altri gruppi, si sta studiando la correlazione tra i dati di imaging ed il contenuto neuromelanina e ferro. Questo permetterà di quantificare in vivo il contenuto di neuromelanina, come affidabile indicatore della funzionalità del sistema catecolaminergico, le cui alterazioni sono alla base di malattie neurodegenerative e neuropsichiatriche.